Ars Goetia o Goethia
L’Ars Goetia è una tecnica di magia cerimoniale che serve ad interagire con i 72 spiriti o demoni della tradizione. La parola Goetia deriva da una parola del greco antico “Goao” che probabilmente corrisponde al suono onomatopeico delle cantilene degli stregoni.
Loro possono TUTTO
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La grande difficoltà nel discutere di “demoni” è nello scadere in disquisizioni di carattere cristiano/cattolico, proverò dunque a discuterne in modo molto semplice. Basterebbe eliminare il termine (la cui etimologia è complessa) demone e inserire il più vago “spirito” per eliminare molti preconcetti. Premesso ciò, la Goetia (pronunciata Goezia) è l’arte di evocare e sugellare patti con gli spiriti goetici.
Una delle frasi che ritengo mi abbia colpito di più è quella di Crowley rispetto agli spiriti o demoni della Goetia:
“Gli spiriti della Goetia sono porzioni del cervello umano.”
I loro sigilli sono occhi, o ancor meglio fonti luminose tracciate che possono aprire delle porte comunicative. Chi davvero comprende la grandiosità di queste parole è un passo avanti agli altri.
Parlando di Salomonica sembra scontato arrivare a nominare il Lemegeton come parte “nera”. Salomone all’epoca prese tutti e 72 i demoni (numero della tradizione) e fece un patto con loro per costruire il primo tempio di Gerusalemme. Naturalmente questa è una storia, che corrisponde a tante altre storie di demoni chiusi in un contenitore di ben altre culture.
I 72 demoni della Goetia
I 72 spiriti o demoni della Goetia sono esseri descritti in svariati grimori tramite un Nome, un Sigillo e spesso un grado come Re, Duca, Conte, Marchese. Viene altresì descritto il loro aspetto e vengono descritti i loro poteri, ovvero in cosa sono specializzati. I demoni fanno parte di una gerarchia, sono disposti a lavorare all’interno di tale gerarchia e nella visione moderna della Goetia la collaborazione con gli angeli è molto stretta.
Se la domanda è – Cosa possono fare i 72 demoni della Goetia per me? – la risposta risulta quasi banale. Possono praticamente tutto ciò che è concreto e sensato. Come creature disincarnate gli spiriti necessitano di interagire con l’uomo per manifestarsi e la loro manifestazione dipende proprio da ciò che dentro di sé ha il “mago”. Il desiderio, la volontà, deve essere diretta, semplice, immediata, perché lavorare con i 72 spiriti significa avere una necessità concreta a cui dare risposta.
Le paure dell’evocatore possono riflettersi nella manifestazione di tali spiriti, per questo la pratica deve essere gestita solo da chi ha alle spalle un certo percorso. Un percorso che è piuttosto complesso, non esiste un unico libro a cui far affidamento, esistono integrazioni e sperimentazioni.
Il rituale di evocazione
Non spiegherò passo passo il rituale di evocazione che si utilizza perchè appunto è personale e frutto di una certa sperimentazione oltre che studi ed esperienze. Racchiudo però in poche righe la sintesi del processo di evocazione.
- Purificazione e Preparazione
- Protezione
- Visualizzazione attraverso il sigillo
- Percezione sensoriale
- Orazione (salmi o evocazione del nome)
- Richiesta
- Ringraziamento
Una spiegazione a parte entra di diritto nell’ultima fase, il ringraziamento, che deve essere però chiara fin dall’inizio, e che consiste nell’offerta. Togliamo un momento i retaggi passati che includano sacrifici animali o sofferenze. Queste cose macabre fanno parte di una visione cinematografica o quanto meno limitata della faccenda. Come abbiamo detto sopra, i 72 spiriti sono esseri disincarnati, ciò che possiamo dare loro è l’esperienza carnale, sensoriale.
Viviamo di emozioni, di ricordi, di sentimenti e di piaceri. Si tratta di riconoscere quale possa essere un’esperienza sensoriale davvero primitiva e istintiva. Bere quando si ha molta sete non è forse una delle sensazioni migliori? Mangiare quando si ha molta fame non è forse un desiderio intenso? La sensazione che si ha quando si accarezza il manto di un gatto, o spruzzare un profumo che si ama particolarmente. Tutte queste sono esperienze condivisibili.
E’ bene non cadere però nel banale, la regola di base è che un sacrificio (non doloroso, piuttosto una rinuncia) viene fatto. Dunque un rituale di evocazione verrà ben pagato, e si dovrà (questo nella mia visione) cedere un’esperienza sensoriale. Decidere cosa è una scelta personalissima. Ad esempio, ragionate sul fatto che ci sono oggetti da cui facciamo molta fatica a staccarci. Un libro, una foto ricordo, un regalo di qualcuno che non c’è più. Sono solo esempi semplicissimi che dovrebbero però aiutarvi nella comprensione.
Un esempio a campione di uno dei 72 spiriti della Goetia.
Vine il 45esimo spirito o demone della Goezia
Viné vanta una virtù indubbiamente molto interessante, quella di svelare i segreti, anche i meglio nascosti: da qui, l’attributo di Rivelatore. Può rivelare chi ha operato malìe o “fatture”. Può inoltre indicare e discutere di eventi passati, presenti e futuri, creare tempeste e far infuriare il mare, buttare giù imponenti mura o costruire altissime fortificazioni. Ci si rivolge a lui per migliorare la capacità magica, per essere consapevoli della persona che sta lavorando contro di te, fino a scoprire (chiedendolo in modo chiaro) il nome della persona che ci ha lanciato qualche maledizione.
יהי־חסדך יהוה עלינו כאשר יחלנו לך׃ Il Salmo corrispondente 33:22
Gli Emissari Angelici: Samechiel Asechiel Lachesiel
In conclusione la Goethia può aiutarci ad ottenere tutto ciò che di sensato viene chiesto. Ognuno dei 72 demoni vanta precise capacità. Rivolgersi ad un operatore esperto che abbia alle spalle un buon knowhow è indispensabile per ottenere ciò che si vuole.
Note bibliografiche sulle quali ho approfondito l’Ars Goetia
Liber Officiorum Spiritum (traduzione rimaneggiata da testo francese ‘400 circa) considerato l’antenato e citato con dei frammenti in alcuni testi.
PseudoMonarchia Daemonum di Joahann Weyer
The Goetia of Solomon the King di Mathers con introduzione di A. Crowley (1650 anno)
Demons of Magick di G. Winterfield edizione dei giorni nostri, criticabile per un cerimoniale un po’ distante dalla tradizione ma eccezionale (per mio giudizio) per un approccio concreto, materico ed istintivo rispetto all’evocazione goetica.
